Conto Termico Stufe a Pellet: come ottenere gli incentivi
Il conto termico per la Stufa a Pellet: cos’è? e come funziona?
Il conto termico stufa a pellet è la formula ideale per chi ha intenzione di sostituire una vecchia stufa a legna o a pellet o un caminetto. Col conto termico stufe a pellet o legna, oggi è possibile risparmiare grazie agli incentivi garantiti da questo Conto Termico.
Ma che cos’è il Conto Termico? E’ un incentivo destinato a privati e a Pubbliche Amministrazioni per l’efficienza energetica e la sostituzione delle vecchie caldaie o stufe. Per poter accedere a questo incentivo si deve fare richiesta del bonus conto termico. Ma come puoi fare per ottenerlo? capiamo come…
Il conto termico per la Stufa a Pellet e legna: I requisiti per accedere all’incentivo?
Come abbiamo visto, il Conto Termico è uno strumento che lo stato utilizza per promuovere l’efficienza energetica e quindi di aumentare la produzione energetica tramite fonti rinnovabili. L’obiettivo di questo conto termico stufa a pellet è quello di migliorare le prestazioni energetiche, contenendo il costo dell’investimento. Introdotto dal D.M. 28/12/2012, e successivamente modificato dal D.M. 16/02/2016, la responsabilità del conto termico stufe a legna e pallet appartiene al GSE – Gestore dei Servizi Energetici.
Possono richiedere del conto termico per stufe a pellet: le Pubbliche Amministrazioni; i privati attraverso una richiesta fatta direttamente da un cittadino, da un titolare di partita IVA o da un titolare di reddito agrario; e dalle ESCO, acronimo di Energy Service Company, per conto dei soggetti PA o privati, attraverso un contratto di servizio energia con i privati.
Il conto termico stufa a pellet è estremamente utile proprio perché ti permette di ricevere immediatamente ( in breve tempo) un rimborso di una parte consistente della spesa sostenuta per l’acquisto della stufa direttamente sul conto tuo conto corrente ed in un unica soluzione. Per beneficiare di questa agevolazione però bisogna possedere determinati requisiti, vediamo quali:
Incentivo conto termico: i requisiti per ottenerlo?
I requisiti stufe a pellet conto termico sono ben chiari. Innanzitutto bisogna acquistare una caldaia a biomassa o una pompa di calore la quale sostituirà il vecchio apparecchio. L’impianto che verrà sostituito dovrà ovviamente rispettare un altro importante requisito, cioè non dovrà avere una potenza inferiore al 10% rispetto a quella del nuovo acquisto. Laddove avesse una potenza superiore al 10%, non si perde automaticamente il diritto al Conto termico stufa a pellet, ma per avere diritto al rimborso, ora, basterà presentare un documento specifico col quale si certifica la necessità di maggior fabbisogno energetico per riscaldare l’ambiente.
Per poter effettuare un calcolo conto termico bisogna innanzitutto fare la registrazione sul portale dedicato Area Clienti del GSE, effettuare la domanda precompilata e successivamente il GSE procederà con una verifica tecnico e amministrativa dei dati e dei documenti dell’intervento.
Calcolo incentivo conto termico stufe a pellet
Le detrazioni stufa a pellet non sono difficili da calcolare la maggior parte delle aziende produttrici indicano direttamente l’ammontare dell’incentivo erogato dal GSE per ogni modello di stufa disponibile in relazione alla fascia climatica di riferimento. È possibile ottenere un rimborso fino al 65% della spesa sostenuta. La detrazione stufa a pellet sarà accreditata direttamente sul conto corrente di chi ha acquistato la stufa entro 90 giorni dal montaggio. Il tutto avverrà in un’unica soluzione se l’importo del conto termico è inferiore ai 5.000€, se invece fosse una cifra maggiore, allora verrà rimborsato in due rate annuali.
Dato che la stufa a pellet detrazione è pari ad un 65% del costo sostenuto, c’è da dire che i costi non sono sempre così alti. Si parte, difatti, da un minimo di rimborso pari a 500,00 € a salire.
In fine, c’è da dire che, in Italia la richiesta e quindi l’accoglienza di questo conto avviene in base ad una suddivisione in zone. Le zone di riferimento sono 6 e si calcolano in base al consumo medio di energia elettrica e gas: dalla A, per il minor consumo, alla F, dove i consumi sono maggiori. Non a caso il Nord Italia ha un maggior consumo essendo incluso nella zona F, con le sue 1800 ore di funzionamento annuo.